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siamo una famiglia di 2 umani e 7 canidi, una volta parla l'uno, una volta l'altra.

9 novembre 2012

Gli animali dell'infanzia


Gli animali della mia infanzia non sono cani o gatti, neanche i canarini, che a casa c'erano sempre, o i conigli, che comunque amavo molto, ma gli animali della mia infanzia sono le mucche. Sono cresciuta con le mucche di mia nonna e degli zii, sul maso, in alta montagna.
immagine da internet http://www.ariadbosch.it/pic/suedtiroler_kuh.jpg
Sapevo bene che le mucche fornivano il latte, e quindi burro, formaggi e latticini vari, sapevo anche che le mucche fornivano la carne, ma la prima cosa che mia nonna mi ha insegnato è stato come si pulisce e spazzola una mucca. Lei diceva sempre “questi animali ci danno da vivere, quindi bisogna rispettarli e trattarli bene!” Le mucche della nonna credo non abbiano mai ricevuto un colpo di bastone in vita loro, al massimo una pacca sul sedere per farle smuovere, ed erano sempre pulite e lucenti.  
Ho imparato come nascono i bambini vedendo partorire una mucca e ho imparato come vengono “creati” i bambini accompagnando una mucca dal toro di monta del paese.
Ho imparato a mungere prima di imparare a leggere e scrivere, e in parte ho imparato a leggere con le lavagnette appese sopra il posto di ogni mucca nella stalla, perché su quelle lavagnette c’erano scritti il nome della madre, il nome del padre, la data di inseminazione (artificiale o da monta) e il nome della mucca stessa. Il nome di ogni mucca iniziava con la stessa iniziale del nome materno. Per esempio, il capomandria quando ero bambina era Sarah, figlia di Senta e madre di Soraja. La mia personale mucca si chiamava Gundi ed era figlia di Greta. Ogni mucca conosceva bene il proprio posto nella stalla, non sbagliavano mai, quando rientravano dopo la giornata fuori, al pascolo libere per i boschi.
Conoscevo il suono delle campane da mucca di ogni contadino del circondario, perché ogni contadino ha le sue campane con un particolare suono, e io le conoscevo tutte prima ancora di sapere che due più due fa quattro. Sapevo poco e niente del mondo, ma sapevo mettere la pomata a Laika che aveva un’infezione alle mammelle e non poteva allattare il suo vitellino, sapevo dare il biberon al quel piccoletto che oltretutto era nato in anticipo, insieme a mia nonna ho dormito per 2 notti nella stalla, con quel vitellino che rischiava di morire; lo tenevamo al caldo, e gli davamo la pappa ogni due ore, e l’abbiamo salvato.
Conoscevo ogni sentiero nei boschi, anche quelli più pericolosi e introvabili, perché quando la mattina la nonna e gli zii liberavano le mucche per poi andare a lavorare nei campi di fieno io accompagnavo le mucche nei loro giri e rientravo con loro la sera, quando era l’ora della cena e per loro anche della mungitura.
Quando le mucche arrivavano in uno dei loro posti preferiti, per un po’ brucavano l’erba di montagna, quell'erba piena di fiori che danno quel sapore inimitabile al latte di alta quota, poi si coricavano e ruminavano al sole, per ore, pigramente, muovendo solo le orecchie ogni tanto, e la coda, per scacciare le mosche. E allora, dopo avere magari giocato con un vitellino, o dopo aver raccolto un po’ di fragole, o un mazzo di fiori per la nonna io mi coricavo in mezzo a loro, mi appoggiavo su una delle pance enormi e calde e profumate, sonnecchiando anche io e facendo finta di essere sola al mondo, solo io, le mucche e gli spiritelli di boschi e monti.
Ripensandoci oggi a volte vorrei che il tempo si fosse fermato allora, in quell'angolo di paradiso, di pace e tranquillità, dove tutto era perfetto.
Credevo che tutte le mucche del mondo vivessero come le mucche della nonna e degli altri contadini della zona, credevo che tutte le mucche del mondo vivessero felici e contenti, anche se molte di loro finivano sulla tavola di qualcuno. Credevo che tutte le mucche del mondo fossero rispettate, con una bambina che le strigliava e spazzolava ogni sera, che gli intrecciava il lungo pelo delle code, che gli faceva i grattini tra le corna e che si faceva avvolgere il braccio dalla lunga e ruvida lingua bovina.
Poi sono cresciuta e ho visto qualcosa in più del mondo. Ho scoperto che non tutte le mucche del mondo (e non solo le mucche) vivevano in quella maniera, ma che anzi le mucche della nonna erano un’eccezione, quasi una favola, quasi una storia incredibile. In quel momento sono diventata vegetariana ed è finita la mia infanzia. 

14 ottobre 2012

leggi e verità indiscusse di Bianca




  • la ciotola di ognuno è sacra
  • l'ossetto della sorella è sempre più gustoso
  • ognuno è diverso dall'altro, e tale diversità va rispettata. Basta che tutti sappiano che comando io
  • spesso una scodinzolata vale più di mille "Bau"
  • spesso un ringhio è più utile di mille "Bau"
  • la taglia non conta: diffidate delle creature più piccole di voi, spesso sono gatti e come tali pericolosi
  • il sangue non conta: io, per esempio, ho adottato una cucciola che non è neanche lontanamente mia parente, e anche 2 umani, addirittura di un'altra specie, e non me ne sono mai pentita
  • le mosche si ignorano; se sono troppo insistenti nel rompere le scatole vanno mangiate in un sol boccone
  • con la pazienza si ottiene praticamente tutto. Con la pazienza, oppure con lo sguardo ipnotico
  • la libertà è bella. Un letto caldo e morbido e qualcuno che ti coccola è meglio
  • se un umano ti punta il suo muso in faccia hai il diritto di leccarlo
  • gli umani hanno un grande difetto: si affidano troppo alla vista. Noi cani lo sappiamo bene, la vista non è sempre il massimo. Se gli umani usassero il tartufo più degli occhi si eviterebbero tante delusioni
  • la comunicazione è importante. Nessun cane ti scodinzola allegramente, se ha intenzione di morderti. 
  • i cuccioli d'uomo sono rumorosi e si muovono in maniera strana ... però hanno un profumo buonissimo
  • bisogna essere comprensivi e pazienti con gli umani. In fondo, mica è colpa loro se non hanno una coda





12 ottobre 2012

Hai presente?


Hai presente le notti d'autunno? Quelle notti dopo la pioggia, quando gli odori sono più forti che mai? Quando cammini nel bosco, e le foglie sono bagnate sotto le zampe, ma ancora frusciano in quella maniera deliziosa? E se alzi le foglie con il muso, da sotto viene fuori quel profumo, quel profumo di buono? 

Hai presente quando la terra è pesante e scura e chiama per essere scavata, e ti impolvera con il suo odore caldo? 

Hai presente l'erba ancora umida che solletica i cuscinetti delle zampe, mentre corri, corri più veloce dei frammenti di nuvole che passano davanti la luna, spinti dal vento?

Hai presente quando passi tra i cespugli e le erbe che profumano, e le gocce che vi erano rimaste sopra cadono e si fermano sul pelo, come piccoli brillanti?
Hai presente quando poi ti fermi per riposare e annusare l'aria, con il fiato che forma una nuvola, e senti caldo nonostante l'aria frizzante?

Hai presente quando poi il tuo umano infila le sue dita tra il tuo pelo e appoggia la sua faccia sulla tua testa, dicendoti che profumi di bosco? 
Hai presente quella sensazione, che parte dalla pancia e da lì si propaga in tutto il corpo, passa lungo la schiena e arriva dritto dritto alla punta della coda, e alla punta del tartufo, passando per le orecchie? Hai presente quella sensazione? Quella che illumina gli occhi e fa dondolare la coda e penzolare la lingua, che ti accelera il respiro? 


Hai presente? Quella sensazione si chiama gioia, si chiama felicità.



22 giugno 2012

Fortuna Imperatrix Mundi

da sx a dx: Nikita, Bruto, Mami, Maske, Bianca, Dolly
Inizio con una premessa, per evitare che quanto scrivo possa essere frainteso: io amo i miei sette cani, tantissimo, in maniera indescrivibile, e ormai non potrei fare a meno di neanche uno di loro. Detto questo ...
Tantissime volte mi hanno detto "Quanto sei fortunata ad avere tanti cani, quanto ti invidio" Beh, vorrei chiarire una cosa: NON è una fortuna avere 7 cani. 
Chi mi dice una frase come quella non si rende conto di che cosa significhi prendersi cura di sette cani, a livello di spazio, di tempo, di soldi, anche. Non è una fortuna che Bianca abbia partorito 9 figli (essendo primipara poteva benissimo partorirne 5 o 6). Non è stata la fortuna a fare sì che di nove cuccioli solo 4 trovassero adozione. Crescere dei cuccioli, anche se c'è la loro mamma presente, è una responsabilità enorme, si possono commettere mille errori, e chissà quanti ne ho commessi. I cuccioli sono un impegno enorme, e fanno pipì e popò in quantità industriali e ovunque, sono piccini e ci possono essere tanti pericoli. Una volta cresciuti i cuccioli, i pensieri e le preoccupazioni per i cani adulti non finiscono mica, ma quando mai. Educare UN cane non è cosa da poco, educarne sette è un delirio, soprattutto se non si hanno esperienze e competenze a riguardo. Perciò diciamo che ci siamo più o meno arrangiati.
Dei miei cani cinque sono fratelli e una è la madre, ma ognuno di loro ha il suo carattere, la sua personalità (o si chiama caninità?), le sue preferenze; ognuno è un individuo, e come tale ha bisogno di attenzioni individuali. L'umano ha il dovere di impegnarsi a conoscere il proprio cane il più profondamente possibile, di cercare di capirlo al meglio, di fare tutto il possibile per donargli serenità e benessere fisico e mentale ... questo dovere è tale anche quando i cani sono sette, ed è un dovere che richiede tanto tempo.
Mami e Poldo
Io non porto a spasso un cane, ne porto sette; non devo spazzolare un cane, devo spazzolarne sette.
Io non mi preoccupo per un cane, mi preoccupo per sette cani.
E' praticamente impossibile andare in vacanza tutti insieme. Non posso affidare i cani a qualcun altro, non posso portarli con me. O io o il Papi, uno dei due deve rimanere a casa, con i cani. 
La cosa peggiore, comunque, sono i dubbi che ogni tanto sorgono, una vocina nella mia testa che mi chiede se offro ai miei cani una vita serena e felice. I miei cani sarebbero stati educati meglio se non fossero così tanti, sarebbero stati socializzati meglio, avrebbero fatto (e farebbero) più esperienze. Se fossero di meno, i miei cani avrebbero una vita più varia, più stimolata, perché li potrei portare con me un po' ovunque, se non fossero così tanti potrebbero stare tutti in casa, sul divano o sul letto, a condividere ancora più tempo con i loro umani.
Non sono fortunata ad avere tanti cani, sono stata catapultata in una situazione che mi ha portato ad avere tanti cani. Non per fortuna, ma per una sequenza di accadimenti e situazioni, forse destino. E' stato difficile accettare questa situazione, a volte è ancora difficile; abbiamo passato periodi anche molto bui, chissà se ne affronteremo ancora, ma una cosa è certa: le mie sette belve sono la mia vita, la prima cosa a cui penso al risveglio, l'ultima a cui penso prima di addormentarmi.
Mami e Dumbo
La fortuna in tutto questo? C'è anche lei, comunque. Sono fortunata che la randagia che ha incrociato la mia strada, prima lei, poi anche il suo pancione, è Bianca. Cani come lei non si incontrano ogni giorno. Sono fortunata ad avere incontrato un cane speciale, di nome Bianca, un cane dal carattere splendido, un cane sano e forte ed equilibrato. Sono fortunata che ad oggi siamo sempre riusciti ad affrontare i problemi, ad eliminarne alcuni, ad accettarne altri. Sono fortunata che nonostante la mia inesperienza, nonostante gli errori commessi, i miei cani sono uno più dolce dell'altro, amorevoli, giocherelloni e sì, a me piace pensarlo, anche cani felici.

13 maggio 2012

Sono scelte ...


Bianca randagia
Io non so niente della storia di Bianca prima che ci conoscessimo. Man mano mi sono fatta un'idea, delle ipotesi. Credo che Bianca sia nata randagia, non credo che sia stata abbandonata. Secondo me viene da una delle tante cucciolate che nelle campagne di queste parti nascono e spesso muoiono nell'anonimato. Beh, lei ce l'ha fatta, a crescere, e ha deciso di venire nel centro abitato, dove l'abbiamo conosciuta noi, dove ci siamo innamorati di lei. La nostra domanda era: "Sopporterà un cane nato e cresciuto libero di vivere in un territorio limitato? Vorrà adattarsi alle regole imposta da una vita in famiglia?"
Bianca ha fatto la sua scelta, a dire la verità ci ha messo molto poco. Noi le lasciavamo il cancello aperto, poteva andare e venire quando voleva. Ne ha approfittato poche volte, poi ha deciso che le bastava uscire quando uscivamo anche noi, tutti insieme. Tra i tanti momenti che non dimenticherò mai c'è anche il giorno in cui abbiamo comprato il primo collare per Bianca. "Se lo lascerà mettere? Cercherà di toglierselo" ... Le ho fatto annusare il collare, dicendole che era suo, che serviva innanzitutto a fare capire alla gente che lei non era più un cane di nessuno, che era un cane con una famiglia. Bianca è rimasta immobile  mentre le mettevo il collare. Poi l'ho guardata e le ho detto quant'era bella con quel collare, che le stava benissimo. Bianca ha iniziato a scodinzolare come una matta, faceva avanti e indietro, poi si è sdraiata, sempre scodinzolando, nella posa che con il tempo abbiamo imparato a riconoscere come espressione di gratitudine, perché oltre ad essere un cane bello, intelligente e speciale, Bianca è anche un cane grato per tutto, anche il più piccolo scontato gesto di riguardo nei suoi confronti.
Quando siamo usciti per la prima passeggiata con quel nuovo collare, Bianca aveva un passo fiero e allegro, teneva testa e coda insolitamente alte, la schiena particolarmente dritta. Anche senza guinzaglio non si allontanava per più di un paio di metri da noi, e quando siamo passati in paese per salutare i suoi amici umani dei tempi randagi, lei orgogliosamente mostrava a tutti il suo collare. Un collare, una semplice striscia di cuoio giallo, con una semplice fibbia e qualche buchetto ... intanto per Bianca era un simbolo di appartenenza. 
Bianca e Maske
Bianca è rimasta uno spirito libero, nella passeggiata lei ama farsi un giretto da sola, mai troppo lontana, ma indipendentemente, prima di ricongiungersi con il resto della truppa. Così come noi abbiamo scelto di accogliere questa splendida creatura nella nostra vita, così lei ha scelto di rinunciare alla totale libertà in cambio di quello che forse cercava da sempre: una casa e soprattutto una famiglia a cui 
appartenere, la quale amare e dalla quale essere amata in cambio.

E a coloro che dicono che un cane di strada adulto non si abituerà mai a vivere in casa, che un randagio adulto non è capace di affezionarsi, che addirittura soffre a perdere la libertà, a tutti loro posso solo dire che non c'è niente di più falso, e li invito a chiedere alla Bionda Signora se preferirebbe tornare indietro. 

Bianca sul lettone circondata dai peluches

27 aprile 2012

I maschietti di casa Pupi


Iniziamo con Bruto, visto che è il cocco di mamma sua, cioè di Bianca. E anche il cocco del Papi. A dispetto del nome, Bruto è il cane più morbido e coccoloso che ci possa essere. E' anche un cane molto serio e pacato, non si scompone quasi mai. Bruto è fiero e molto sensibile e quindi anche un poco musone, ma per un biscotto dimentica tutto. Ha 2 difetti: vede tutti gli animali più piccoli di lui come prede (gatti, conigli, topi ecc.) e non gli piacciono gli altri cani. Se mantengono le distanze, li ignora, ma se cercano di avvicinarsi alla famiglia (umana o canina che sia) li attacca, maschi o femmine non importa, cucciolo o anziano non importa. Non gli fa male, ma li attacca, senza ringhiare, senza abbaiare, senza mostrare i denti, parte e li prende per la nuca. Questo se non è solo, quando è solo lui con Mami e Papi ignora tutti. Per quanto riguarda gli umani, per la gran parte gli sono indifferenti; preferisce le donne agli uomini, ma soprattutto gli piacciono i cuccioli d'uomo. Per il resto è un cane dolce e buonissimo. Bruto è un cane molto fisico, ama essere abbracciato e spupazzato, gli piace accoccolarsi vicino o addosso a qualcun altro, e appoggiarsi a lui è davvero bello, perché è morbido e profuma di buono. 

Poi c'è Dumbo, il cane felino. Dumbo è di carattere schivo, è praticamente l'opposto di Bruto. Non ama essere abbracciato, non ama essere ristretto, se vuole le coccole le chiede lui. Ha il pelo grigio argentato, e per onorare il colore del suo manto ha l'argento vivo addosso, non sta mai fermo. Adora osservare i gatti, e infatti le sue movenze sono quasi feline. Non ha un grammo di grasso addosso, è tutto tendini e muscoli, fa salti lunghissimi e altissimi senza alcuna fatica. Ma anche se è   schivo e poco fisico nel suo affetto, è molto amorevole, dimostra la sua gioia di vedere i suoi umani non solo scodinzolando, ma muovendo tutta la parte posteriore del corpo, e saltandogli fin quasi sopra le teste. Ama dare bacini alle orecchie. Dumbo fa coppia fissa con la sorellina Nikita, la quale grazie a lui non solo è diventata più coraggiosa, ma anche più forte fisicamente; lui l'ha allenata bene.





 E alla fine tocca a Poldo, detto anche Poldino Piccino Picciò ... oppure Poldone :) Poldo è il più grosso di  tutta la famiglia, con i suoi 45 kg abbondanti. Mami dice che Poldo è un cane "particolare". Poldo è un brontolone, complessato e permaloso, facilmente irritabile, spesso anche prepotente. Il tutto è dovuto alla sua mole. Poldo era un cucciolo come tutti gli altri, è sempre stato fifone, ma all'età di 4/5 mesi è cresciuto tantissimo in poco tempo. Questo gli ha portato dei problemi alle zampe, erano un poco storte, e ha dovuto fare una cura di calcio. Poldino era quindi più pesante e goffo degli altri, e questo gli ha causato dei complessi di inferiorità, anche perché i 2 fratelli maschi se ne approfittavano e gli davano botte. Man mano che cresceva, però, Poldo ha cominciato a rendersi conto della sua superiorità fisica, della sua notevole forza, e invece di nascondersi tremante in un angolo per sottomettersi ai fratelli, ha cominciato a difendersi ... e a vincere. Ormai è lui il capo, ma gli è rimasta la paranoia, perciò quando si sente in trappola e/o minacciato, va subito sulle difensive e brontola. Tanto basta per intimorire tutti. Allenandosi a correre e saltare e grazie agli incoraggiamenti di Mami Poldone ha acquistato più fiducia in se stesso, e la sua irritabilità è diminuita in proporzione. Nonostante tutti i suoi difetti e il suo carattere complicato, Poldino è il cucciolone di Mami. Con Mami lui si comporta sempre bene, si sente a suo agio. Poldone è comunque un cane molto affettuoso che adora le coccole, ma solo Mami lo può abbracciare, spazzolare e controllargli zampe e orecchie. Poldone è comunque un amore di cane, ha un particolare debole per Maske, ma generalmente è affettuoso con gli altri, quando è di buon umore. Anche se è pesante e grosso, sa essere molto delicato 















21 gennaio 2012

Maske presenta Nikita e Dolly

Dei miei nipotini solo 4 hanno trovato una nuova famiglia. Già questo è stato difficilissimo, dice la mami, perché nessuno voleva queste splendide palline di pelo, ci potete credere? Intanto era proprio così. Forse perché ci si avvicinava all’estate, e la gente pensava a divertirsi, senza responsabilità e sacrifici annessi. Qualche richiesta c’era, ma mami e papi non erano convinti. I pupetti sarebbero dovuti finire in famiglie DOC o niente. Comunque sia, 2 femminucce e 2 maschietti sono andati a vivere altrove. Gli altri 5 sono rimasti qua, per la somma gioia di Bianca, di loro stessi e, in fondo in fondo, anche per la gioia dei bipedi della famiglia. Ora ve li presento tutti, comincio dalle signorine, visto che qua regna il matriarcato.
C’è Nikita, chiamata anche Baby. Nikita è timida e di una dolcezza disarmante. Neanche io riesco ad essere troppo prepotente e selvaggia con lei. Ha un musetto minuto minutino, più piccolo del mio che peso 5 chili in meno. Quando gli umani (o anche gli altri pelosi) le fanno le coccole, lei si contorce e si dimena tutta. Nikita è un po’ insicura, a volte. Forse dipende da un piccolo difetto congenito all’anca, a causa del quale da piccola aveva un poco l’andatura da papera, certe volte, e per questo si è guadagnata il soprannome di “Paparedda” (=paperella). Grazie a costanti massaggi e riposo alternato ad esercizi specifici, Niki ora è in formissima, gioca e corre e salta come chiunque altro.  
Nikita ha un solo difetto. Mami dice che in una vita precedente dev’essere stata un roditore, perché rosicchia e mastica qualsiasi cosa, le piace immensamente fare a pezzi tutto quello che le capita a tiro. Il suo faccino angelico e minuscolo trae in inganno, la sua dolce boccuccia nasconde denti da squalo.



L’altra nipotina mia è Dolly! Dolly la principessa, Dolly la pecorella, il pezzo forte della collezione, bella da rimanere incantati. Chiunque la vede esclama “che beeeellaaaaa”, a chiunque la veda viene voglia di coccolarla. Ha il pelo candido, lungo e ondulato, occhi chiari, ciglia bionde, tartufino a patata rosato. Una bambolina. MA QUANDO MAI! Dolly è una maschiaccia, furba come il diavolo e intelligente in maniera spaventosa. E’ testarda e diffidente con gli estranei. E’ la mia compagna di giochi preferita, perché lei è tosta, dura come il marmo, sfida chiunque e ci tiene a bada tutti insieme. Ma sa essere dolce e premurosa, da me, per esempio, si fa fare di tutto e di più, e questo mi piace molto. Sarà la sua parte di pastorella (dice mami che Dolly è una maremmana in miniatura, boh), ma nelle passeggiate Dolly non si allontana mai, rimane sempre attaccata a mami. E’ molto brava in questo. (io non mi allontano, perché mi spaventerei se rimanessi sola, mica perché sono brava ed ubbidiente, eh). Dolly è una grande stuzzicatrice, rompe le scatole a tutti, ma se qualcuno si arrabbia con lei sfodera la sua simpatia e la perdonano tutti e subito.